La Biblioteca del Senato possiede la più importante raccolta, sul piano nazionale, di statuti dei Comuni e delle corporazioni dal tardo medioevo alla fine del XVIII secolo. La sua importanza è riconosciuta tanto sul piano qualitativo, storico-testuale e bibliologico, che sul piano quantitativo.
L'intitolazione completa del fondo -Raccolta degli Statuti, Consuetudini, Leggi, Decreti, Ordini e Privilegi dei Comuni, delle Associazioni e degli Enti locali italiani dal Medioevo alla fine del secolo XVIII- lascia intendere come il termine statuti vada inteso, in relazione a questa raccolta, in senso piuttosto ampio, come un insieme di testi che, sia per la loro propria natura, sia per quella del soggetto da cui promanano, non appartengono tutti a quell'antico ius statuendi che fu regola di determinati rapporti sociali, in sostituzione del diritto comune dell'Impero, della Chiesa e anche dei singoli Stati.
La raccolta non comprende, dunque, solamente statuti stricto sensu (comunali, signorili, urbani, rurali, marittimi, di castellanie, di leghe, di corporazioni, di società, di partiti, di consorterie, di confraternite, di enti, di istituzioni, di accademie ed istituti di cultura, di opere pie, di consorzi economici, di monti di pietà e di credito, di monasteri), ma anche testi giuridici che sono generalmente ritenuti costitutivi del diritto statutario (come consuetudini, brevi, privilegi, franchigie e promissioni) o che hanno comunque una sostanza statutaria (bandi, convenzioni, patti), nonché atti di natura indubbiamente diversa, che hanno tuttavia un'importanza storica locale non trascurabile e sono comunque necessariamente legati alla legislazione statutaria del luogo.
Il primo nucleo della raccolta si è costituito in seguito all'acquisto, nel luglio del 1870, della collezione di 644 statuti dell'avvocato trevigiano Francesco Ferro. Da allora la Biblioteca ha iniziato un percorso di accrescimento della propria raccolta statutaria attraverso il ricorso al mercato librario e l'acquisto di collezioni private. Particolarmente preziose per la loro consistenza numerica, oltre che per l'importanza dei singoli pezzi, furono le acquisizioni nel 1892 della raccolta Rossi - 378 testi riguardanti l'intero territorio nazionale - e, nel 1904, di un centinaio di statuti provenienti dalla libreria Hoepli. Nel 1925, 844 statuti di località italiane, che costituivano un fondo speciale presso la Biblioteca della Corte Suprema di Giustizia di Vienna, furono recuperati dal senatore Salata. Nel 1935 il Presidente del Senato Luigi Federzoni riuscì ad ottenere la collezione di 350 statuti di area emiliano-romagnola, fra i più importanti dell'attuale raccolta per antichità e bellezza, appartenuti al defunto senatore Malvezzi. Nel 1936 il Ministero dell'Interno ordinò il deposito perpetuo presso la Biblioteca del Senato di alcuni statuti dei comuni della provincia romana.
Quando dunque, nel 1943, si giunse alla pubblicazione, ad opera di Corrado Chelazzi, del primo volume del Catalogo della raccolta di statuti, consuetudini, leggi, decreti, ordini e privilegi dei comuni, delle associazioni e degli enti locali italiani dal Medioevo alla fine del XVIII secolo, il fondo aveva una consistenza di 633 manoscritti, 38 incunaboli e 2642 edizioni a stampa dei secoli XVI-XX.
La compilazione del Catalogo aveva avuto vari precedenti. Nei primi anni dopo l'acquisto del primo nucleo del fondo da Francesco Ferro, il catalogo di cui si servì la Biblioteca fu quello manoscritto compilato per la propria collezione dallo stesso Ferro. Verso il 1875, come si rileva dalle carte d'archivio, fu iniziato uno schedario che servì, alcuni anni dopo per la voce 'Statuti' del catalogo generale a stampa del 1879 e per la sua prima appendice del 1886. La necessità di migliorare quel vecchio schedario e anche la necessità di avere dati sicuri nei riscontri per gli acquisti, condussero fra il 1929 e il 1932 ad un'altra redazione in forma di inventario sommario. Più tardi, nel 1934, quando si volle estendere alla sezione degli statuti le norme bibliografiche già in uso nelle altre, e la raccolta si era ulteriormente arricchita dell'importantissimo fondo Malvezzi, si provvide ad una nuova descrizione degli statuti. Questo lavoro confluì nella redazione del Catalogo della raccolta di statuti iniziata nel 1943, e tuttora in corso. Lo sviluppo straordinario della raccolta dovuto alla ricerca sistematica sul mercato antiquario, e alla generosità di alcuni doni (che hanno permesso di raggiungere l'attuale consistenza di 790 manoscritti dei secoli XIII-XIX, 43 incunaboli e oltre 4000 edizioni a stampa comprese tra il XVI e il XX secolo, ai quali occorre aggiungere i testi statutari pubblicati all'interno di periodici e di collane o in appendice a opere di storia locale, collocati nei depositi ordinari ma accessibili attraverso diversi strumenti di corredo e consultazione), ha ampliato notevolmente le dimensioni dell’opera rispetto al piano editoriale presentato da Chelazzi al momento della pubblicazione del primo volume, che prevedeva quattro volumi più un quinto di indici. Sono stati infatti pubblicati finora nove volumi (A-B nel 1943; C-E nel 1950; F-K nel 1955; L-M nel 1958; N-Q nel 1960; R nel 1963; S nel 1990; T-U nel 1999; V-Venaus nel 2022), disponibili in formato elettronico sulla piattaforma Torrossa e distribuiti in formato cartaceo dalla casa editrice Leo S. Olschki (Viuzzo del Pozzetto 8, 50126 Firenze, tel. 055/6530684). Nell'anno in corso, è prevista l’uscita del decimo volume interamente dedicato alla Repubblica di Venezia. Sono intanto consultabili online nei database della Biblioteca le singole schede bibliografiche comprese nei primo otto volumi del Catalogo (A-U) e gli aggiornamenti relativi alle località A-E..
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